Avete mai
sentito parlare di “carezze-terapia”? Già nell’antica Grecia si parlava di
animali curatori e sulla pietra sono scolpiti i nomi dei pazienti guariti dopo
essere stati leccati da cani in cui si era incarnata la dea Giunone. Anche
durante l’epoca di Elisabetta 1° si pensava che i cuccioli potessero avere un
valore terapeutico nella cura di patologie dell’apparato femminile.
Il primo
studio scientifico sull’argomento viene condotto dalla Dott.ssa Erika Friedmann
del Brooklyn College di New York e dimostra
che, tra i ricoverati di infarto, avere un animale da compagnia aumenta del 23%
la possibilità di essere ancora in vita un anno dopo.
Nel 1992 uno
studio austriaco evidenzia che chi possedeva un animale aveva valori di
pressione arteriosa, colesterolo e trigliceridi più bassi di chi non lo aveva.
Ancora nel
2001 un’altra ricerca dimostrava che la compagnia di un cane o gatto favoriva
una minore frequenza cardiaca a riposo.L’antropologa americana Constance Perin fu la prima a teorizzare che i benefici fisiologici che si attivano nel nostro corpo accarezzando un gatto, siano dovuti al fatto che questo tipo di contatto rappresenta per noi una ripetizione del rassicurante contatto fisico che avevamo con la madre da piccoli e, per questo, stimola in noi vantaggiose reazioni chimiche.
Di sicuro un ormone che viene influenzato dal rapporto con il cane è l’ossitocina, un ormone prodotto dall’ipotalamo e secreto dalla neuroipofisi, definito come “ormone dell’abbraccio” che aumenta nelle persone che vengono guardate dal cane.
Fatevi guardare dal vostro cane, accarezzate il vostro gatto, fa bene al cuore!
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